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PROGETTARE IL GIARDINO: CONSIGLI IN 5 MINUTI

Luciano Caprini Garden Designer
PROGETTARE IL GIARDINO: CONSIGLI IN 5 MINUTI
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5 z 22
  • UN RINGRAZIAMENTO A CHI HA CAMMINATO TRA I GIARDINI INSIEME A ME. CI RITROVIAMO A SETTEMBRE CON NUOVI EPISODI, NUOVE RIFLESSIONI… E LO STESSO AMORE PER IL VERDE.
    In questi mesi abbiamo seminato idee, progettato spazi, ragionato insieme su luce e ombra, materiali, proporzioni... Abbiamo parlato di piante, di errori da evitare, di sceltecoraggiose. E ogni volta — davvero, ogni volta — ho immaginato di parlare a chi, come me, ama il verde non solocome decoro… ma come parte viva del paesaggio umano.Il giardino non è un luogo qualunque. È un gesto, un linguaggio, una forma di rispetto verso la terra e verso chi la abita.Mi piace ricordare una frase di Robert Burle Marx:“Un giardino è la proiezione di un sogno.” E in estate, questo sogno prende luce, prende calore, si apre al mondo.Scriveva Vita Sackville-West: “Niente è più bello di ungiardino d'estate. È il luogo dove il tempo smette di correre.”E ancora, una delle mie preferite, di John Clare: “In estate, il giardino è un poeta che non ha bisogno di parole.” E allora, se in queste settimane sarete al mare, in montagna…in una città d’arte guardatevi attorno.Lasciatevi sorprendere dai giardini meravigliosi creati dal tempo, dal sole e dalla pioggia. Osservate i prati, i boschi, le dune, gli uliveti, le rocce coperte di muschio.Ascoltate l’aria. Odoratela. Sentitevi parte del giardino eterno. Perché in fondo, la bellezza è tutta lì.
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    3:50
  • PROGETTARE LA LUCE COME LINGUAGGIO SCENICO
    Progettare la luce in un giardino significa pensarecome un regista: osservare la scena da un punto preciso e scegliere cosa raccontare e come. Gli alberi, con la loro struttura ramificata, la forma del tronco e la consistenza delle chiome, diventano attori in primo piano. Le connessioni visive, le ombre proiettate, la temperatura colore della luce:tutto concorre a creare un linguaggio.Il concetto espresso da Hervé Descottes – “La luce non deve mai essere decorazione. È architettura, è emozione, è ritmo narrativo”– è una vera dichiarazione poetica per chi, come noi, si occupa di progettare gli spazi, soprattutto quelli all’aperto. La luce non è un ornamento: non va intesa come un semplice abbellimento, un "effetto speciale" da aggiungere alla fine. È parte integrante del progetto architettonico e paesaggistico. È ciò che modella i volumi, disegna le prospettive, dà senso al pieno e al vuoto. In questo senso, la luce è architettura.Contribuisce a costruire lo spazio, come farebbe una parete o una soglia visiva. In un giardino, ad esempio, può accentuare un asse prospettico, sottolineare la geometria di una siepe, oppure spezzarla per creare un punto di fuga inaspettato. Con un fascio luminoso possiamo virtualmente"costruire" un portale tra due alberi o "scavare" unanicchia d'ombra sotto una pergola. La luce è anche emozione: la sua temperatura colore influisce sul nostro stato d’animo. Una luce calda (3000K), la mia preferita trasmette accoglienza, intimità, calma. Una luce fredda (5000K) puòevocare mistero, distanza, silenzio. Nelle serate estive, ad esempio, una buona illuminazione può farci sentire al centro di una scena da sogno. Può rendere un giardino notturno una vera esperienza sensoriale. Una Peonia al chiaro di luna saràpiù affascinante se accarezzata da una luce calda. Una luce fredda invece ne spegnerà la poesia. La temperatura colore è come il tono di voce in una conversazione: cambia completamente la percezione.
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    9:15
  • GIARDINO IN PENDENZA: COME TRASFORMARE UN LIMITE IN OPPORTUNITA'
    Oggi vi parlerò dei giardini in pendenza, come trasformare un limite in opportunità C’è un momento, quando si guarda un terreno in forte dislivello, in cui si pensa: “Qui un giardino non si potrà mai fare”. E invece è proprio lì che spesso nasce l’opportunità più affascinante per un progettista. Un giardino in pendenza può sembrare un problema, ma in realtà è una risorsa estetica e funzionale, se lo si affronta con lo sguardogiusto. Il punto di partenza: leggere il terreno La prima cosa da fare è ascoltare il terreno, leggerne la morfologia, osservarne il comportamento con l’acqua, il vento e laluce. In base alla pendenza, si decide se intervenirecon terrazzamenti — cioè la creazione di piani orizzontali retti da muretti in pietra, lamiere metalliche, o tecnologie strutturali — oppure se lasciare il pendio naturale, stabilizzandolo con vegetazione e contenimenti morbidi. Ma attenzione: più è ripido, più va trattato conattenzione. Un pendio oltre il 30-35% richiede studio geotecnico, drenaggi seri, ancoraggi e spesso anche barriere antierosione. In alcuni casi, è obbligatorio prevedere strutture ingegneristiche nascoste, come geogriglie, terre armate.
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    9:23
  • ERRORI?! ORRORI COMUNI NEL GARDEN DESIGN
    Oggi parliamo di scelte progettuali che sembrano natenon da uno studio del contesto, non da un’ idea ponderata, ma da una gita domenicale in un vivaio, con tappa finale al reparto “decorazioni”.Tufo, lapillo vulcanico, sassi colorati, erba sintetica e potature che trasformano piante nobili in goffe caricature modaiole.Sono materiali e soluzioni che vediamo ovunque. Masono davvero la scelta giusta in un progetto di garden design coerente, durevole e sensato?Spoiler: no. E oggi ti spiego il perché, con dati, concetti architettonici e qualche sana provocazione. Io no pretendo certo di appropriarmi della verità, ma solo di stimolare una riflessione.
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    12:39
  • RISTRUTTURAE IL GIARDINO: COME RIDARE VITA AD UN GIARDINO ESISTENTE
    Il primo passo per un restauro intelligente delgiardino è la valutazione dello stato attuale.Prendi nota di tutto: alberi già cresciuti, arbusti consolidati, muri, siepi, pendenze, esposizioni. Spesso questi elementi – se ben letti – diventano linee guida, non ostacoli. Un consiglio professionale: realizza un rilievo fotografico e planimetrico dettagliato, e se possibile, fai un’analisistorica del luogo. Alcuni giardini nascondono tracce del passato: vecchie bordure, muretti in pietra, camminamenti, fontane. C’è un detto inglese che uso spesso e che racchiude una verità profonda:“Don’t kill the soul of the garden” – Non uccidere l’animadel giardino. Ma che cosa significa, in concreto?Significa che ogni giardino esistente ha una memoria, un’identità,un genius loci – lo “spirito del luogo”, la sua vocazione naturale, storica, affettiva. Spesso, quando si progetta ex novo, abbiamo carta bianca. Ma quando si restaura, no.In quel terreno, in quelle piante, nei vuoti e nei pieni, ci sonostorie sedimentate.“Un vecchio ulivo in un angolo. Una vite addossata a un muro. Un rosmarino che ha resistito per anni sotto l’evolvere del clima. Tutti elementi che parlano di quel giardino.” Uccidere l’anima di un giardino significa spianare tutto con unbulldozer progettuale, ignorando ciò che quel luogo racconta e può offrire.Rispettarla, invece, significa valorizzare ciò che c’è già,reinterpretarlo con sensibilità contemporanea e restituirgli una nuova vita.
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    7:25

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O PROGETTARE IL GIARDINO: CONSIGLI IN 5 MINUTI

Progettare il giardino: consigli in 5 minuti è il podcast di Luciano Caprini garden designer, che ti offre soluzioni rapide e pratiche per trasformare il tuo giardino . Ogni settimana, idee e trucchi per creare un giardino da sogno. Come si progetta il giardino o il terrazzo perfetti? Quali sono le tecniche per armonizzare estetica, funzionalità e sostenibilità negli spazi verdi? In questo podcast, ti guiderò attraverso i segreti della progettazione del verde, dall’analisi del luogo, alla scelta delle piante, dall’uso delle strutture architettoniche, alla sostenibilità degli spazi.
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